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Comunicare il cancro è un progetto promosso dalla Clinica Oncologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona – Università delle Marche e da Intermedia che ha l’obiettivo di promuovere la cultura della comunicazione medico-scientifica in ambito oncologico sia sui media tradizionali che quelli digitali.
Si basa sul concetto che, oggi più che mai, la comunicazione in campo medico-scientifico raggiunge un pubblico vastissimo. Deve tuttavia conservare il rigore e la precisione che un simile tema richiede, riuscendo però a sottostare al tempo stesso alle “regole” della comunicazione contemporanea, sempre più rapida e immediata.
Questo è vero anche e soprattutto per la comunicazione in ambito oncologico. L’avvento di Internet ha permesso ai cittadini l’accesso a un universo di informazioni prima di allora impensabile. Le potenzialità di questa rivoluzione sono infinite, ma anche i rischi. Sottovalutare l’importanza della comunicazione o non considerarne le regole può portare nel migliore dei casi alla mancata consegna di un messaggio importante, e nel peggiore dei casi al suo fraintendimento dannoso. Inoltre, chiunque desideri promuovere una comunicazione scientifica corretta sa che oggi occorre confrontarsi con realtà che invece diffondono informazioni errate o fasulle, veri e propri “nemici” della cultura scientifica che, purtroppo, dispongono di “armi” comunicative efficaci.
Comunicare il cancro vuole essere un punto di riferimento doppio, sia per i caregiver che per chi lavora nella comunicazione. È un luogo di confronto e approfondimento il cui obiettivo è fornire gli strumenti per una comunicazione oncologica affidabile, corretta ed efficace.
Le regole della corretta comunicazione medico-scientifica
L’informazione ai cittadini va ormai considerata un vero e proprio dovere del medico, con una dimensione etica: è infatti fondamentale per il progredire della conoscenza e per assicurare l’accesso alle prestazioni. Può svolgere inoltre un’importante funzione educativa e di prevenzione nei confronti di tutta la popolazione e contribuire anche a un risparmio per il sistema sanitario (si pensi all’impatto della diagnosi precoce). Fra i compiti dello specialista vi è quindi anche la disponibilità a confrontarsi con i media, con tempestività, correttezza e completezza delle informazioni.
Una corretta comunicazione medico-scientifica richiede alcune regole “etiche” da rispettare:
- vanno portati all’attenzione dei media anche i risultati degli studi “negativi”, se ritenuti comunque rilevanti dalla comunità scientifica
- va sempre chiarito nella comunicazione al cittadino se la ricerca a cui si fa riferimento sia sponsorizzata dall’Industria e quali siano comunque gli Enti finanziatori
- nel divulgare i risultati dei propri studi i ricercatori hanno il dovere di rendere palesi eventuali conflitti di interesse, anche nei confronti della stampa laica
- notizie e informazioni connesse alla sperimentazione di nuovi farmaci o tecnologie possono essere diffuse solo con citazione della fonte
- in nessun caso dovrebbe essere consentita la pubblicazione di notizie che possano essere ritenute una forma di pubblicità per farmaci o tecnologie in fase sperimentale, senza che esistano prove di efficacia e utilità
- la notizia va completata con indicazioni utili relative alle percentuali di successo del trattamento e ai tempi necessari per la trasposizione dei risultati nella pratica clinica